mercoledì 18 novembre 2015

Convegno storico: "Le donne nel primo conflitto mondiale" - Roma, 25 novembre 2015





Sono orgogliosa di far parte del Comitato Scientifico del Convegno organizzato dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa. 

Il mio intervento aprirà i lavori della prima giornata, dopo la presentazione del Col. Massimo Bettini e il saluto delle Autorità.

Affrontare gli anni della Prima Guerra Mondiale con gli occhi delle donne, rendendosi conto che la guerra non l’hanno fatta solo i soldati in prima linea, ma anche quanti erano nelle retrovie. è questa la vera novità di questo Centenario, che il convegno intende ricordare attraverso prospettive trascurate in passato, sottaciute o ignorate.

Ed è di particolare importanza che sia l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa a voler cogliere questa opportunità di approfondimento finora circoscritta ad un nucleo di storici che hanno messo in luce come questa guerra rappresenti uno snodo importante anche nella storia delle donne, perché ha accelerato processi di modernizzazione già emersi tra la fine dell’ ’Ottocento e l’inizio del Novecento, affermando un protagonismo femminile di straordinaria rilevanza.

E'  impressionante la mobilitazione femminile per sostenere lo sforzo bellico.

Le donne sono massicciamente impegnate nel cosiddetto “fronte interno”, nelle fabbriche e nelle officine, nei campi e nei servizi, con una rottura dei ruoli tradizionali improvvisa e ricca di conseguenze. Il contributo femminile alla guerra si configura anche come opera di assistenza civile. I Comitati nascono ancora prima che l’Italia entri in guerra e vengono sollecitati dall’appello alla Nazione del 29 maggio 1915 del Presidente del Consiglio Antonio Salandra. Nelle grandi città come nei piccoli centri, l’organizzazione femminile precede spesso quella maschile e poi finisce per fungere da modello delle opere di assistenza di guerra.

Il convegno intende evidenziare l’ampiezza e l’importanza dell’apporto delle donne allo sforzo bellico della nazione, restituendo loro una memoria troppo a lungo rimossa. Al fronte ricordiamo le portatrici carniche, le crocerossine, congresso di studi storici internazionali le donne nel primo conflitto mondiale le dottoresse che per la prima volta possono operare negli ospedali. Accanto a loro le donne friulane e venete che la
guerra l’hanno subita per motivi geografici, vivendo bombardamenti e distruzioni, l’evacuazione forzata di paesi e città, subendo gli stupri di guerra con tutte le loro drammatiche conseguenze. Sono state migliaia le profughe che hanno raggiunto luoghi molto lontani, anche dell’Italia centrale e meridionale, costrette a prendere decisioni che hanno cambiato la loro vita e quella di figli e parenti e a rendersi economicamente indipendenti in contesti totalmente estranei.

Al congresso partecipano anche studiosi stranieri, giovani ricercatori e storici non accademici. 

Studiare la Grande Guerra in un’ottica di genere permette di capire il senso delle trasformazioni della società italiana nei decenni successivi, se è vero che l’unica rivoluzione riuscita del XX secolo è stata quella femminile.

A questo link la  Locandina in formato pdf


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